Gigapixel al Museo del Novecento: grandi immagini di grandi capolavori

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L’arte del Novecento sconfina fuori dalla tela e diventa fruibile ad altissima risoluzione. Al fine di monitorare lo stato di conservazione del patrimonio artistico conservato al Museo del Novecento di Milano, Memooria ha supportato la società partner Haltadefinizione con le proprie tecnologie gigapixel e 3D nel progetto di digitalizzazione di cinque nuove opere d’arte: “Elasticità” (1912), “Corpo umano” (Dinamismo, 1913) e “Dinamismo di un corpo umano” (1913) di Umberto Boccioni, “Il Ritratto di Paul Guillaume” di Amedeo Modigliani (1916), “Wald Bau” di Paul Klee (1919) e “Composizione” di Vasilij Kandinskij (1916).

La digitalizzazione dei cinque capolavori, avvenuta nella giornata del 24 Gennaio 2022, ha rappresentato una notevole sfida a livello tecnico. Il numero e la varietà delle opere da fotografare, nonché l’alta definizione della ripresa hanno richiesto una pianificazione estremamente accurata dei diversi set up fotografici. Per garantire la massima qualità di ripresa e per tutelare gli originali nel rispetto degli standard di sicurezza, i setup sono stati studiati ad hoc sulle dimensioni e sulla tecnica di ogni opera. Anche lo spazio espositivo, recentemente rinnovato dal museo, è stato considerato attentamente per il posizionamento corretto delle luci e dell’attrezzatura, nonché per evitare la movimentazione dei quadri.

L’acquisizione gigapixel permette di registrare un’opera fisica in un’immagine digitale di grande formato e in alta risoluzione (in quest’occasione tra i 1000 e i 3000 ppi). Per realizzare una fotografia così nitida e accurata è necessario realizzare una serie di scatti, il cui numero varia notevolmente a seconda della dimensione dell’opera. Queste fotografie vengono successivamente assemblate con un software apposito per comporre un’unica immagine, fedele nelle proporzioni e nella cromia.

Questa innovativa tecnica fotografica è uno strumento fondamentale per lo studio ed il monitoraggio dello stato conservativo delle opere perché permette di osservarle nel micro dettaglio e di supervisionare nel tempo l’evoluzione del grado di deterioramento della superficie. Per esempio, nel caso di “Wald Bau” di Paul Klee, dipinto su gesso, è stato possibile fotografare i sollevamenti dello strato pittorico. I consolidamenti e i movimenti delle micro scaglie di pittura, invisibili ad occhio nudo, sono osservabili e monitorabili grazie alla risoluzione superiore ai 2000 ppi della gigapixel. Inoltre, il modello tridimensionale della superficie di “Wald Bau” ha rilevato le spatolate dello strato preparatorio che conferiscono al quadro la sua peculiare tridimensionalità.

A breve sarà possibile investigare nel dettaglio i capolavori di Boccioni, Kandinsky, Modigliani e Klee sull’Image bank di Haltadefinizione.

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